NIGHTLIFE 1/2

venerdì 4 maggio 2007
Vi ricordate la cugina di Lukana che mi aveva dato buca il primo venerdì che ho passato a NYC? Beh, mi ha dato buca anche questo sabato! Ma non quello passato e adesso ve lo racconto.
Le istruzioni all'incontro erano piuttosto semplici, dovevo stare in casa fino al momento in cui avrei ricevuto una telefonata da Natalia, a quel punto sarei dovuto uscire di casa ed aspettare. Il tutto si sarebbe dovuto svolgere intorno alle 23:00 o poco più, invece non ricevo notizie fino a mezzanotte quando finalmente suona il telefono. Natalia mi annuncia in un americano piuttosto stretto che non riesce a trovare il mio appartamento, dal canto mio ribatto che non sono della zona e che non so cosa dire, lei a quel punto si spazientisce del mio inglese e credendomi di farmi un favore comincia a parlare in spagnolo. Dopo qualche minuto di reciproche incomprensioni le dico che vado fuori ad aspettarla.
Notate che al momento dei fatti avevo già perso il cellulare e non ne avevo ancora comprato un'altro. Stare fermo in mezzo alla strada a mezzanotte nel quartiere in cui vivo non mi è sembrato raccomandabile, se cammini sembra che hai uno scopo e quindi puoi assomigliare ad uno del posto, ma se rimani fermo come un ciula diventi un bersaglio piuttosto facile. Decido di tornare in casa, nel frattempo Natalia mi aveva lasciato un messaggio in segreteria dove mi diceva che non riusciva a trovarmi, concluso da una frase in spagnolo che assomiglia tanto ad un rosario di insulti, ma non ne ho le prove.
La richiamo e cerco di fare il simpatico e di descrivere la zona, ad un certo punto mi urla di uscire che sono arrivate. Esco di casa il più in fretta che posso e mi ritrovo di fronte un maggiolino giallo con dentro due ragazze, appena mi vedono escono dalla macchina e mi vengono incontro. Definirle appariscenti sarebbe un eufemismo. Natalia è prosperosa e leggermente in carne, latina nelle fattezze e anche nel viso, ha una risata coinvolgente ed a volte un po' sguaiata, a prima vista sembra una ragazza spensierata e menefreghista, ma a volte il suo viso si rilassa e allora puoi cogliere un'espressione malinconica e dolce che è sicuramente indizio di passata (o forse non ancora passata) sofferenza. Indossa dei Jeans aderenti ed una sorta di camicia che credo di aver visto addosso solo a Daisy Duke in Hazzard. Mia, la ragazza italiana, è longilinea, ben disegnata, un po' volgare in viso e certamente il trucco non contribuisce ad ingentilire il mio giudizio. Porta una gonna abbastanza corta, la pancia è nuda a mostrare un'abbronzatura impeccabile ed un bel piercing all'ombelico.
Prima ancora di salutarmi mi dicono che stiamo andando ad un club di grido e che il mio maglione non si addice alla serata, me lo tolgo e gli mostro la camicia che indosso, la valutano con un'occhiata poi mi aprono due bottoni, salutano con soddisfazione la mia collana e mi danno il permesso di entrare in macchina.
Entriamo al club che sono già le due dopo aver passato dei controlli degni di un aeroporto. Andare in discoteca con due ragazze così ha i suoi vantaggi, in poco meno di dieci minuti siamo invitati in un privè. Le mie due compagne di avventura hanno subito il loro da fare con due baldi giovani, ogni tanto si ricordano di me, mi versano da bere e mi presentano qualcuno.
Dopo mezzora ho già bevuto tre cocktail e parlato con tutti ed allora decido di andare a fare un giro. Sarà stato per l'alcol o per l'euforia della novità, ma ballo di gusto e più di una non si sottrae ai miei sguardi, purtroppo quando si arriva al momento di rivolgere la parola le cose si complicavano terribilmente. La musica alta si somma al mio inglese approssimativo ed all'alcol ingerito, il risultato è che ho le capacità comunicative di un albero.
Ho maggior successo con una ragazza che dice di essere di origine italiana, ci chiacchiero un po', lei è più paziente delle altre. Le chiedo come mai non parla una parola di italiano e mi spiega che quasi non lo parlano neanche i suoi genitori. Allora le spiego che con l'inglese balbetto, ma con l'italiano me la cavo alla grande e concludo dicendo:”I'm quite a writer!”.
Lei se la ride di gusto e mi racconta qualcosa che non capisco per almeno cinque minuti, ad un certo punto arriva una sua amica e le dice che devono andare. Io intuisco la situazione e mi preparo la frase per invitarla a prendere un caffè, ma mi accorgo di non avere un cellulare, questo mi fa esitare quel tanto che basta da perdere il momento, mi saluta dandomi un bacio sulla guancia e se ne va.
Adesso un cellulare ce l'ho ed il numero lo conosco anche a memoria.

3 commenti:

  • carlo

    ciao ale
    ho letto della tua serata in compagnia delle due smandrappate ( o almeno così mi sono sembrate dalla tua descrizione)un consiglio per la prossima volta da come le hai descritte ti consiglio un abbigliamento tipo quello della serata in discoteca da michela nel lontano 1998 o 99 credo ... non ricordo bene
    ma penso che sia lo stile giusto
    o magari stile tony manero camicia sbottonata, pelo a vista, catenazza d'oro al collo, stivaletto pitonato, cintura con fibia vistosa e magari pantalone in pelle .... cazzo mi rocordi un pò sergio buluan ai tempi d'oro
    ti vedo megli stile tomas milian in Er-Munnezza però in questo caso serve barba incolta e capello fluente molto ingellato.
    Vabè ora che sei cell-munito almeno sei rintracciabile.
    a rileggerti presto carlo

  • Alessandro Teruzzi

    E' un consiglio da non sottovalutare il tuo. Ho gia' acquistato dei capi piu' consoni anche se meno appariscenti di quelli da te suggeriti.
    Sono andato a fare shopping con Natalia, il che ti puo' far immaginare.

  • carlo

    vuol dire che aspetto di leggere la pagina relativa a questo evento che credo serberà molte sorprese !!!