CENA MULTIETNICA

giovedì 24 maggio 2007
La scorsa domenica Kaiano ci ha invitato a casa sua per mangiare una zuppa di curry, io ho colto la palla al balzo e mi sono offerto volontario per la preparazione degli spaghetti. Lei ha accettato di buon grado e mi ha concesso di arrivare in anticipo per cucinare.
Gli invitati in totale sono otto di cinque nazionalità diverse. Le culture saranno diverse, ma evidentemente non si va a casa di qualcuno a mani vuote in nessun paese del mondo ed allora come per magia ci troviamo la tavola imbandita con le pietanze più disparate.
Cominciamo con le cose da bere: birra scura, vino cileno, sake, te verde, diet pepsi, succo d'arancia e acqua filtrata per osmosi inversa (quella proveniente da sorgenti è molto rara) in bidoncini da un gallone. Per quanto riguarda le pietanze abbiamo come antipasti: delle tortillas stupidamente aromatizzate al limone, verdura bollita e speziata di origine koreana, fagiolini secchi e salati e delle patatine.
Il piatto principale è composto da: una porzione di spaghetti con melanzana, salsiccia, pomodori e prezzemolo fresco, del riso cotto al vapore accompagnato da verdure stufate in salsa di curry, della carne in agro dolce e dei piccoli involtini di pasta ripieni con aglio, spinaci, manzo e irrorati con salsa di soia.
Il groviglio di sapori è condito da un'atmosfera rilassata, il nostro inglese migliora e con esso la complessità dei nostri discorsi. Il fatto che io sia italiano e la fortunata coincidenza di aver ottenuto il numero di Madeleine in pochi minuti mi ha fatto diventare, in maniera assolutamente immeritata, un idolo per i ragazzi giapponesi.
D'altro canto loro hanno una completa mancanza di “educazione sentimentale” per dirla alla Flaubert, per esempio non aiutano una donna a portare le borse della spesa, la lasciano sola a cucinare in un'altra stanza e sono terribilmente timidi quando incontrano degli sconosciuti. Tanto che più di una volta ho dovuto dire a “U” o a “Kazu”: ”You are a chicken!”.
Di Kaiano ne ho già parlato e non posso che ripetervi che mi piace, conserva tutta l'innocenza e la capacità di stupirsi che hanno i giapponesi, ma a volte è così sicura e così determinata da impressionare. Mi piace la sua capacità di dire le cose più private e più profonde senza il minimo imbarazzo, il tutto si contrappone al suo pudore nelle cose più banali, come nel chiederti di toglierti le scarpe per entrare nella sua stanza o nel farsi pregare quasi un ora per suonare qualcosa al pianoforte.
Domenica ero seduto per terra nella sua stanza e scorgo uno foto tra i fogli posati di fianco al pianoforte, la indico chiedendo con innocenza se era il ragazzo coreano di cui mi aveva parlato, lei fa uno scatto e la porta via voltandola. Mi scuso per la mia impertinenza e cerco di cambiare discorso, lei invece comincia a raccontare:”Questa foto l'ho stampata poco dopo la sua partenza e l'ho subito messa in questo cassetto, non l'ho guardata quasi per un anno. Ma in questi giorni ho provato una grande nostalgia ed allora l'ho tirata fuori”. Io sono molto imbarazzato, è difficile abituarsi a vedere le persone che mettono a nudo le loro debolezze, ma lei ne vuole parlare e allora le chiedo se lo sente ancora. Lei quasi sospirando mi dice che si scambiano qualche mail. Poi riprende:”Lui è un bravissimo pianista”, poi come se avesse letto le perplessità sul mio volto aggiunge:”Aveva la fidanzata in Giappone ed è tornato da lei”.
Io sospiro e lei mi guarda negli occhi ed aggiunge:”I fought, I lost. I'm not a chicken”. Trattengo a stento la voglia di stringerla tra le mie braccia. Poi lei fa un sorriso per rompere la tensione del momento e subito dopo riprende a parlare con tranquillità. Lei ha un buon inglese, non fluente, ma grammaticalmente corretto e melodioso. Parla un po' di lui e di come lo ha conosciuto e mentre mi racconta mi sembra di essere entrato in un romanzo di Banana Yoshimoto, l'atmosfera è ovattata, vaporosa, quasi dispersa. Ed ad un certo punto dice:”Lui per me è speciale e penso che nella vita non incontrerò mai più un persona come lui”.

Ho potuto vedere la sua tristezza attraverso quella nebbia e non so perché, ma mi è apparsa incredibilmente dolce.

3 commenti:

  • carlo

    ciao BEPPE
    (cosi sono tutti contenti)
    fammi capire ?
    ma per apparire sul blog devi avere la liberatoria ????
    vuoi dirmi che al gruppetto dei
    cinesini hai fatto firmare il permesso di essere sul blog ???
    non ci credo voglio vedere la copia ..... piantala di dire cazzate e manda la foto di tu sai chi ....
    altrimenti vado da tua madre !!
    e non è uno scherzo !!!

  • Alessandro Teruzzi

    Nessuna liberatoria, ma almeno a voce devo chiedere il permesso.

    Adesso sono a Miami ed ho difficoltà ad aggiornare il blog.

    Ma di cose da dirvi ne ho molte.

    Ciao a tutti

    Ale (o BEPPE per chi preferisce)

  • carlo

    va be ho capito hai sempre una scusa pronta...
    comunque sappi che tua madre è stata informata quasi di tutto se non vedo la foto entro lunedì mattina scatta la rappresaglia e oltre ad informarla nei minimi particolari mi lascerò andare a notizie false e tendenziose....
    non garantisco che ti accoglierà ancora la tuo ritorno
    saluti carlo