CIBO

domenica 6 maggio 2007
Mangio in maniera piuttosto disordinata, raramente consumo tre pasti al giorno e nonostante io abbia una fornitissima cucina, mi sono limitato a scaldare al forno a microonde solo dei petti di pollo precotti.
I ristoranti sono molto economici ed hanno prezzi paragonabili ai fast-food. Ho subito allacciato buoni rapporti con due ragazzi giapponesi che seguono il corso di pronuncia con me, i nomi completi non li conosco, ma uno si fa chiamare “U” e l'altro “Kazu”. Il primo è piuttosto basso, naturalmente molto magro, con una chioma fluente, riccioluta e magistralmente domata; Kazu è più alto di me di quasi un palmo, piuttosto giovane, esile, con la barba incolta che lo fa sembrare un bambino travestito da Abramo Lincoln per la recita scolastica. Grazie al loro imprimatur sono solito mangiare con circa una decina di ragazzi e ragazze dell'estremo oriente, prevalentemente coreani o giapponesi, ma c'è anche una ragazza di Taiwan quindi di lingua cinese ed un paio di ragazzi thailandesi.
Il mio pranzo è quasi ogni giorno di provenienza esotica, non sono ancora in grado di descrivere in maniera razionale la differenza dei sapori tra le varie cucine e tanto meno ho la possibilità di riportarvi il nome di qualche pietanza, posso solo darvi qualche impressione di nessun valore scientifico ed assolutamente soggettiva.
Il mio preferito è il ristorante coreano, il cibo è un po' più piccante degli altri ed è più facile trovare carne cucinata in modo simile a come la cuciniamo in Europa. Ho avuto un sussulto quando la prima volta che siamo andati a mangiare coreano, un ragazzo proveniente da quel paese mi chiede se mi piace lo spezzatino che sto assaporando ed aggiunge che è un piatto molto popolare. Io rispondo con un sì convinto e mi rituffo nel mio piatto, a quel punto sento a malapena una domanda rivolta al ragazzo coreano che mi gela il sangue nelle vene:“Con che tipo di carne è fatto?”. Il ragazzo coreano è conosciuto per essere una persona riflessiva, ma il tempo che stava passando era troppo per essere considerato usuale, a quel punto trangugio a fatica il boccone che stavo masticando e dico con un filo di voce:”Dog?”.
Lui prima mi tranquillizza dicendo che probabilmente si tratta di manzo e dopo piomba in un silenzio che mi è parso pieno di rancore.
I ristoranti cinesi a NYC sono completamente diversi da quelli che si trovano in Italia. In primo luogo quasi non si trovano pietanze fritte, il che rende tutto molto più digeribile, ed inoltre non si sente quel terribile odore di glutammato; in generale il cibo è di migliore qualità e la differenza è sorprendente, non sembra neanche di mangiare le stesse cose. Non ho ancora avuto il coraggio di assaggiare una delle loro famose zuppe di pesce con gli spaghetti di soia. E' decisamente troppo acquosa per i miei gusti, mi sembrerebbe di mangiare direttamente in un acquario.
Il cibo thailandese l'ho assaggiato solo una volta e l'ho molto gradito, mi è parso meno piccante del coreano ed un po' più spezziato. Sono stato anche in famoso ristorante vietnamita a Brooklyn, l'atmosfera era molto accattivante, con un ottimo equilibrio tra tradizione e modernità. Il gioco di luci è assolutamente indicato per una serata romantica, ma non è certo ideale per leggere il menù. Comunque con l'ausilio dei preziosi consigli di Natalia ho scelto un ottimo piatto di riso, manzo, broccoli e carote il tutto condito in una squisita salsa piccante.
Ah! Quasi dimenticavo, ormai uso le bacchette come se fossero il prolungamento delle mie mani.

Lukana mi ha fatto provare il cibo colombiano e devo dire che mi è piaciuto molto. Il piatto è tutto sommato semplice ed è formato da una base di riso bianco, dei fagioli cotti in un delizioso brodo, spezzatini di manzo, un pezzo di maiale cotto alla griglia e per finire una banana fritta (o meglio un tipo di banana meno dolce di quella che noi mangiamo in Italia che loro chiamano platano). Con lei e con i suoi figli sono andato anche ad un ristorante messicano. Era il primo giorno che passavo a NYC e mi ha subito sorpreso come fosse diverso dall'Italia. Per cominciare nei ristoranti in America l'acqua è gratuita e ne puoi avere quanta ne desideri, in secondo luogo sono aperti quasi 24 ore al giorno, a loro non importa nulla se vuoi cenare alle quattro del pomeriggio o mangiarti uno stufato alle tre di notte.
Il rapporto con la clientela è più cordiale e meno problematico che in Italia. Mentre io e Lukana ci gustavamo le nostre tortillas i suoi figli stavano colorando con degli enormi pastelli a cera dei disegni, che si premuravano di completare sulla tovaglia nel caso in cui il foglio non fosse sufficientemente capiente per contenere la loro fantasia. Il cameriere li guardava divertivo e li incoraggiava ad usare più blu per il cielo e un verde più chiaro per l'erba. Non ha fatto una piega neanche quando uno dei bambini ha rovesciato una buona metà del succo di frutta.
Ieri ho passato la giornata con U e una ragazza di Taiwan di nome Bai Ling, lui ha un lato creativo molto spiccato e sa leggere bene le situazioni, lei è bassina con un viso carino e due occhi intelligenti come lei del resto è. Nonostante la lingua e le differenze culturali lei è stata capace di cogliere lati del mio carattere che non in molti conoscono. Ormai ci conosciamo da più di una settimana e quindi le conversazioni sono diventate più profonde di quanto il nostro inglese ci permetta. Cerchiamo di sopperire con altre vie di comunicazione, come i gesti o il disegno. E' stata una giornata piacevole e verso sera abbiamo cenato insieme in un ristorante cinese. Ad un certo punto ho scorto la mia immagine in uno specchio e mi sono visto con le bacchette in mano a ridere e conversare con loro ed ho pensato che la vita è proprio strana.

Se hai il coraggio di partire ti riserba cose che neanche ti puoi immaginare.

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